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Perché non accontentarsi di una mezza difesa: il rischio di un contenzioso senza analisi tecnica

 

Abstract: Il dilemma processuale e il rischio di non potersi più difendere

Nel contenzioso bancario e sui crediti cartolarizzati, l'opposizione incentrata esclusivamente su eccezioni di rito e di diritto – come il difetto di legittimazione attiva del cessionario (SPV) o la nullità formale della garanzia (fideiussione) – si configura come una strategia difensiva incompleta. Tale approccio, se privo della necessaria assistenza tecnica e peritale sul merito del rapporto, espone il debitore e il garante al rischio di non potersi più difendere nel merito delle irregolarità (usura, anatocismo, ecc.) commesse dalle banche. La tutela efficace richiede, sin dalle prime fasi, l'integrazione tra l'applicazione del diritto processuale e la prova tecnica, l'unica via per evitare che il debito venga cristallizzato per l'intero importo richiesto.

 

I due scenari di difesa e il rischio di soccombenza sostanziale

La strategia difensiva parziale espone a un doppio esito critico:

  • 1. Debitore Principale (aggredito dal cessionario): l'applicazione delle eccezioni di rito (es. contestazione della cessione del credito) costituisce un presidio processuale doveroso. Tuttavia, se l'eccezione viene rigettata, il debitore che non ha allegato tempestivamente una prova tecnica (C.T.P.) sull'usura o l'anatocismo vedrà l'eccezione di merito rigettata per carenza di prova in base all'onere della prova (art. 2697 c.c.).
  • 2. Garante/Fideiussore (aggredito per la garanzia): l'applicazione delle eccezioni sulla validità della garanzia, se fallisce, lascia il garante obbligato in solido.
    • Giudicato e C.G.U.E.: l'intervento della Corte di Giustizia Europea (C.G.U.E.) mitiga il rischio di preclusione, imponendo al giudice di rilevare d'ufficio i vizi di nullità.
    • il rischio reale: il dovere del giudice di sindacare la nullità non elimina l'onere di allegazione e prova della parte; il garante rischia di soccombere non per preclusione, ma per carenza di prova specifica dei vizi, con la cristallizzazione della sua obbligazione.

 

L'improrogabilità della Consulenza Tecnica di Parte (C.T.P.)

La difesa tecnica completa, esposta in "Perizia bancaria – Dike”, è l'unica via per un risultato definitivo.

La Consulenza Tecnica di Parte (C.T.P.) è imprescindibile perché:

  • allegazione probatoria: trasforma la mera eccezione generica in una allegazione specifica e quantificata del quantum degli interessi viziati (usura/anatocismo);
  • sblocco istruttorio: la C.T.P. funge da prova presuntiva che legittima la richiesta al Giudice di disporre una Consulenza Tecnica d'Ufficio (C.T.U.) a conferma, nei termini perentori;
  • tutela “definitiva”: assicura che, a prescindere dall'esito sulla legittimazione, la nullità del contratto sia pienamente in gioco, garantendo la riduzione del debito e impedendo la preclusione.

 

Conclusione strategica: oltre il presidio processuale, la tutela integrale

La difesa nel contenzioso bancario non è una scommessa, ma una strategia che esige analisi, interpretazione del diritto e lungimiranza. Il nostro approccio, basato sull'integrazione tra l'applicazione delle eccezioni di rito e la prova tecnica supportata (C.T.P.), è volto ad assicurare che ogni cliente possa accedere al pieno sistema delle tutele previsto dalla legge. Limitarsi al solo presidio processuale significa correre il rischio che il debito, pur viziato, venga confermato nella sua interezza. La competenza non tollera l'incompletezza.

8 novembre 2025

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